Donizetti: La figlia del reggimento

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La Figlia del Reggimento è un melodramma comico in due Atti, musicato da Gaetano Donizetti nell’estate e nell’autunno del 1839, su libretto di Jules Henri Vernoy de Saint Georges e Jean Fran’ois Bayard, versione italiana di Callisto Bassi. La figlia del Reggimento venne rappresentata per la prima volta a Parigi, Thé’tre de l’Opéra-Comique, l’11 febbraio del 1840.

Rossini: Guglielmo Tell

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Guglielmo Tell (Guillaume Tell nella versione originale francese), è l’ultima opera composta da Gioachino Rossini che, in seguito, si dedicherà solo alla musica da camera, a divertissement che chiamerà Péchés de vieillesse, alla musica sacra o a composizioni musicali non destinate al teatro.

Il libretto fu tratto dal dramma omonimo (Wilhelm Tell) di Friedrich Schiller e dal racconto La Suisse libre di Jean-Pierre Claris de Florian ed elaborato inizialmente da Étienne de Jouy, in seguito da Hippolyte-Louis-Florent Bis.

La prima rappresentazione ebbe luogo al teatro dell’Opéra di Parigi il 3 agosto 1829 con Adolphe Nourrit e Nicolas Levasseur, la seconda versione il 17 aprile 1831 all’Opéra, mentre la prima italiana avvenne al Teatro del Giglio di Lucca il 17 settembre 1831 con Gilbert Duprez e Domenico Cosselli, nella traduzione italiana di Calisto Bassi ed al Teatro San Carlo di Napoli nella seconda versione il 7 aprile 1833 con Luigi Lablache e Michele Benedetti (basso).

Così Rossini narrava della nascita sua ultima opera: «Cinque mesi impiegai a comporre il Guglielmo Tell, e mi parve assai. Lo scrissi in campagna al Petit-Bourg nella villa dell’amico Aguado. Vi si faceva vita assai gaia: io avevo preso una gran passione per la pesca alla lenza e perciò mandavo avanti il mio lavoro con poca regolarità. Ricordo di aver abbozzato la scena della congiura una mattina, stando seduto sulla riva dello stagno, in attesa che il pesce abboccasse all’amo. Ad un tratto mi accorsi che la canna da pesca era sparita, trascinata da un grosso carpione, mentre ero tutto infervorato ad occuparmi di Arnoldo e Gessler».

Il Guglielmo Tell è un lavoro di proporzioni imponenti. Nell’edizione filologica, senza tagli, eseguita in occasione del Rossini Opera Festival del 1995 la sua durata si estendeva a circa cinque ore e mezza, intervalli compresi. In quattro atti, con azioni coreografiche, momenti di danza e scene spettacolari, rappresenta di fatto l’atto di nascita del genere tipicamente francese del Grand Opéra.

Il filo conduttore della complessa trama è costituito dal processo di liberazione del popolo svizzero dalla dominazione austriaca. Figura principale è il leggendario Guglielmo Tell, che guiderà il suo popolo verso la libertà. Per rendere meglio il senso della natura e introdurre elementi caratteristici dell’ambientazione svizzera, Rossini utilizzò dei Ranz de vaches (richiami dei pastori).

L’opera è famosa anche per l’ouverture che sintetizza tutta la vicenda, articolata in quattro movimenti: il dialogo cameristico tra violoncelli solisti; lo scatenarsi della tempesta; l'”andante pastorale” con la melodia del corno inglese contrappuntata dal flauto; la fanfara aperta dalle trombe e sviluppata da tutta l’orchestra in un finale trascinante.

Donizetti: Rita

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Rita, ou Le mari battu (Rita, o Il marito picchiato) è un’opera in un atto di Gaetano Donizetti su libretto di Gustave Vaëz, composta nell’estate del 1841. È nota anche con i titoli Deux hommes et une femme e Rita, ossia amare alla russa. Rappresentata per la prima volta postuma, il 7 maggio 1860 all’Opéra-Comique di Parigi, ottenne un successo meno clamoroso di altri lavori più noti di Donizetti. In Italia fu allestita per la prima volta nel 1876 a Napoli. È considerata dalla critica storica un piccolo gioiello per la vivacità del concertato e la perfetta rispondenza fra tempi musicali e tempi scenici.

Trama

Nell’antefatto Rita ha sposato un marinaio di nome Gasparo che, il giorno delle nozze, dopo averla picchiata, l’ha abbandonata ed è fuggito. Rita, convinta che il marinaio sia morto in un naufragio, può risposarsi con Peppe, un ragazzo timido che questa volta è lei a picchiare.
Inaspettatamente ritorna Gasparo, che però nel frattempo si è fidanzato con una canadese. Peppe sarebbe ben lieto di restituirgli una moglie così manesca, ma Gasparo non ne vuol sapere: procuratosi l’atto di matrimonio, egli lo distrugge e riprende il mare per raggiungere la sua bella canadese, non prima di aver istruito Peppe su come un buon marinaio deve trattare la moglie.

Cherubini: Messa da requiem in do minore

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Luigi Maria Cherubini (Firenze, 14 settembre 1760 – Parigi, 15 marzo 1842) è stato un compositore italiano, esponente del Classicismo.

Il Requiem in do minore per coro misto e orchestra è un’opera del compositore italiano Luigi Cherubini, composta nel 1815 a Parigi ed eseguita per la prima volta nella cattedrale di Saint-Denis il 21 gennaio 1817, per ricordare il ventitreesimo anniversario della morte per decapitazione del re Luigi XVI a seguito dello scoppio della Rivoluzione francese. Fra i molti, è stato apprezzato e lodato da compositori quali Beethoven, Brahms e Schumann.

Contesto storico

Cherubini era all’epoca (1813) appena stato nominato “Surintendant de la musique” presso la cappella musicale reale dal sovrano Luigi XVIII dopo la restaurazione della monarchia e l’instaurazione di una nuova politica di riconciliazione con il passato e con la Chiesa dopo i soprusi della Rivoluzione francese. Per questo motivo fu commissionata a Cherubini una messa da requiem in memoria della morte dell’ultimo sovrano dei Capetingi prima degli eventi bellici e dell’era napoleonica. La data del 21 gennaio era stata negli ultimi 20 anni anche festa nazionale, segnando l’avvento della repubblica, ma al ripristino della monarchia essa fu solamente un triste ricordo, commemorato non come festa nazionale ma come giornata della memoria. Lo stesso requiem, dopo la sua prima esecuzione, fu ripetuto nella stessa chiesa per un altro evento luttuoso poco più di 4 anni dopo: l’assassinio di Carlo di Borbone, Duca di Berry ed erede al trono, avvenuto il 13 febbraio 1820. Per l’occasione venne aggiunta anche una Marcia funebre e un mottetto (“In Paradisum deducant te angeli“).