Scarica qui Mefistofele di Arrigo Boito
Mefistofele è un’opera in quattro atti, un prologo e un epilogo, scritta e composta da Arrigo Boito ispirandosi al Faust di Goethe.
La prima rappresentazione avvenne a Milano, al Teatro alla Scala, il 5 marzo 1868, direttore lo stesso Boito, ma si risolse in un fiasco clamoroso. L’opera venne quindi ridotta e rielaborata dall’autore, che tra l’altro traspose per tenore la parte di Faust, originariamente per baritono. La nuova versione andò in scena con successo al Teatro Comunale di Bologna il 4 ottobre 1875, diretta da Emilio Usiglio alla presenza del compositore. Fu soprattutto grazie al conte bolognese Agostino Salina che l’opera, nonostante le resistenze legate al fiasco meneghino, fu inserita nel programma del teatro felsineo. Le rappresentazioni bolognesi inaugurarono la stagione autunnale e al successo contribuirono le eccellenti interpretazioni di Romano Nannetti nel ruolo di Mefistofele e di Italo Campanini in quello di Faust. Il giovane soprano Erminia Borghi-Mamo sostenne i ruoli sia di Margherita sia di Elena. Nelle varie rappresentazioni e versioni discografiche, sta alla scelta della produzione e della direzione se affidare o meno alla stessa interprete le parti di Margherita ed Elena: Boito non ha dato indicazioni specifiche su questo. Anche le parti di Marta e Pantalis (contralto) e Wagner e Nereo (tenore) sono spesso interpretate dagli stessi artisti.
Da allora l’opera è sempre rimasta in repertorio, diretta da molte celebri bacchette, tra cui Franco Faccio, Luigi Mancinelli, Arturo Toscanini, Tullio Serafin, Leonard Bernstein e Riccardo Muti. Famosi interpreti di Mefistofele sono stati Nazzareno De Angelis che ne cantò 987 recite, Fëdor Ivanovič Šaljapin, Cesare Siepi, Giulio Neri, Samuel Ramey e Nicolai Ghiaurov. Nel ruolo di Faust spiccano interpreti quali Aureliano Pertile, Carlo Bergonzi, Alfredo Kraus, Giuseppe Di Stefano, Plácido Domingo e Luciano Pavarotti. Come Margherita Montserrat Caballé, Mirella Freni e Renata Tebaldi. Nel ruolo di Elena Giannina Arangi Lombardi, ancora la Caballé e Beverly Sills.
Sonate d’eglise pour orgue et orchestre
14 sonate KV 328
15 sonate KV 244
16 sonate KV 278
15 sonate KV 274
Andante en fa majeur KV 616
Marie Claire Alain a l’orgue
Orchestre de chambre Jean-Francois Poillard
Lato B:
1 fantasie n.2 eb fa mineur KV 608
2 Fantasie n.1 en fa mineur KV 594
Scarica qui la flglia del reggimento di Donizetti
La Figlia del Reggimento è un melodramma comico in due Atti, musicato da Gaetano Donizetti nell’estate e nell’autunno del 1839, su libretto di Jules Henri Vernoy de Saint Georges e Jean Fran’ois Bayard, versione italiana di Callisto Bassi. La figlia del Reggimento venne rappresentata per la prima volta a Parigi, Thé’tre de l’Opéra-Comique, l’11 febbraio del 1840.
Scarica qui Guglielmo Tell di Rossini
Guglielmo Tell (Guillaume Tell nella versione originale francese), è l’ultima opera composta da Gioachino Rossini che, in seguito, si dedicherà solo alla musica da camera, a divertissement che chiamerà Péchés de vieillesse, alla musica sacra o a composizioni musicali non destinate al teatro.
Il libretto fu tratto dal dramma omonimo (Wilhelm Tell) di Friedrich Schiller e dal racconto La Suisse libre di Jean-Pierre Claris de Florian ed elaborato inizialmente da Étienne de Jouy, in seguito da Hippolyte-Louis-Florent Bis.
La prima rappresentazione ebbe luogo al teatro dell’Opéra di Parigi il 3 agosto 1829 con Adolphe Nourrit e Nicolas Levasseur, la seconda versione il 17 aprile 1831 all’Opéra, mentre la prima italiana avvenne al Teatro del Giglio di Lucca il 17 settembre 1831 con Gilbert Duprez e Domenico Cosselli, nella traduzione italiana di Calisto Bassi ed al Teatro San Carlo di Napoli nella seconda versione il 7 aprile 1833 con Luigi Lablache e Michele Benedetti (basso).
Così Rossini narrava della nascita sua ultima opera: «Cinque mesi impiegai a comporre il Guglielmo Tell, e mi parve assai. Lo scrissi in campagna al Petit-Bourg nella villa dell’amico Aguado. Vi si faceva vita assai gaia: io avevo preso una gran passione per la pesca alla lenza e perciò mandavo avanti il mio lavoro con poca regolarità. Ricordo di aver abbozzato la scena della congiura una mattina, stando seduto sulla riva dello stagno, in attesa che il pesce abboccasse all’amo. Ad un tratto mi accorsi che la canna da pesca era sparita, trascinata da un grosso carpione, mentre ero tutto infervorato ad occuparmi di Arnoldo e Gessler».
Il Guglielmo Tell è un lavoro di proporzioni imponenti. Nell’edizione filologica, senza tagli, eseguita in occasione del Rossini Opera Festival del 1995 la sua durata si estendeva a circa cinque ore e mezza, intervalli compresi. In quattro atti, con azioni coreografiche, momenti di danza e scene spettacolari, rappresenta di fatto l’atto di nascita del genere tipicamente francese del Grand Opéra.
Il filo conduttore della complessa trama è costituito dal processo di liberazione del popolo svizzero dalla dominazione austriaca. Figura principale è il leggendario Guglielmo Tell, che guiderà il suo popolo verso la libertà. Per rendere meglio il senso della natura e introdurre elementi caratteristici dell’ambientazione svizzera, Rossini utilizzò dei Ranz de vaches (richiami dei pastori).
L’opera è famosa anche per l’ouverture che sintetizza tutta la vicenda, articolata in quattro movimenti: il dialogo cameristico tra violoncelli solisti; lo scatenarsi della tempesta; l'”andante pastorale” con la melodia del corno inglese contrappuntata dal flauto; la fanfara aperta dalle trombe e sviluppata da tutta l’orchestra in un finale trascinante.