Donizetti: don Sebastiano

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Dom Sébastien de Portugal è un dramma serio in cinque Atti di Eugè ne Scribe, tratto dal dramma omonimo di Paul Henri Foucher (1838) e musicato da Gaetano Donizetti tra il febbraio e il novembre del 1843. La prima rappresentazione avvenne al Thé’tre de l’Opéra di Parigi, ll 13 novembre 1843, sotto la direzione di Fran’ois Antoine Habeneck. Donizetti revisionò l’opera per l’allestimento del 6 febbraio 1845 al K’rntnerthortheater di Vienna, aggiungendo un’Aria di Zayda nel secondo Atto. La versione italiana, eseguita alla Scala di Milano il 14 agosto 1847, è la traduzione di Giovanni Ruffini e somiglia più al libretto tedesco, che a quello parigino.

 

Bellini: Norma

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Norma è un’opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Norma, ou L’infanticide di Louis-Alexandre Soumet (1786-1845).
Composta in meno di tre mesi, nel 1831, fu data in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre dello stesso anno, inaugurando la stagione di Carnevale e Quaresima 1832.
Quella sera l’opera, destinata a diventare la più popolare tra le dieci composte da Bellini, andò incontro a un fiasco clamoroso, dovuto sia a circostanze legate all’esecuzione, sia alla presenza di una claque avversa a Bellini e alla primadonna, il soprano Giuditta Pasta. Non solo, ma l’inconsueta severità della drammaturgia e l’assenza del momento più sontuoso, il concertato che tradizionalmente chiudeva il primo dei due atti, spiazzò il pubblico milanese.
Il soggetto è ambientato nelle Gallie al tempo dell’antica Roma, e presenta espliciti legami con il mito di Medea. Fedele a questa idea di classica sobrietà, Bellini adottò per Norma una tinta orchestrale particolarmente omogenea, relegando l’orchestra al ruolo di accompagnamento della voce.

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Paisiello: Nina, la pazza per amore

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Scarica qui Nina, la pazza per amore

Nina, o sia La pazza per amore è una commedia per musica del compositore Giovanni Paisiello su libretto di Giovanni Battista Lorenzi, basato sulla traduzione di Giuseppe Carpani di Nina ou la Folle par amour di Benoît-Joseph Marsollier de Vivetières, libretto per un’opera di Nicolas Dalavrac.

La prima rappresentazione ebbe luogo il 25 giugno 1789 al Belvedere di San Leucio di Caserta nella versione in un atto.
Una versione riveduta in due atti andò in scena al Teatro dei Fiorentini di Napoli nell’autunno del 1790; per questa versione Paisiello aggiunse tre brani (la canzone del pastore, un’aria per Giorgio, il quartetto nel finale primo).
L’opera fu accolta con entusiasmo, grazie alla capacità della musica di suscitare commozione e alle atmosfere campestri (la canzone del pastore prevede l’accompagnamento di una zampogna).
Particolarmente famosa l’aria di Nina Il mio ben quando verrà, in cui ha un ruolo importante il flauto.

 

Nicanor Zabaleta

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Nicanor Zabaleta (San Sebastián, 7 gennaio 1907 – San Juan, 31 marzo 1993)
è stato un arpista spagnolo di fama mondiale.

Zabaleta nasce a San Sebastián nel 1907. Nel 1914 suo padre,
musicista dilettante, gli regala un’arpa acquistata in un negozio di
antiquariato. Inizia presto a prendere lezioni da Vincenta Tormo de Calvo,
del Conservatorio di Madrid, e da Luisa Menarguez. Nel1925 inizia gli studi a
Parigi, dove ha come insegnanti Marcel Tournier e Jacqueline Borot. Nel 1926 fa
il suo esordio ufficiale in un concerto nella capitale francese. In seguito va
negli Stati Uniti, e per la prima volta suona in America del nord nel 1934.
Nel 1950incontra in Porto Rico Graziela, la donna che avrebbe sposato nel 1952.
Torna in Spagna e inizia a girare l’Europa. Negli anni tra il 1959 e il 1962 tiene
una cattedra di arpa all’Accademia Musicale Chigiana di Siena. Il suo ultimo concerto
si tiene a Madrid il 16 giugno 1992, quando la cagionevole salute di Zabaleta era già
minata. Muore l’anno successivo, il 31 marzo 1993, a San Juan de Puerto Rico.
Ha suonato soprattutto musica del diciottesimo secolo, ma anche musica antica e moderna.
Per lui hanno composto artisti come Alberto Ginastera, Darius Milhaud, Heitor Villa-Lobos,
Walter Piston, Ernst Krenek, Joaquin Rodrigo. Si stima che abbia venduto circa tre milioni di dischi

 

Donizetti: Don Pasquale

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Quando “Don Pasquale” viene rappresentato per la prima volta, nel gennaio del 1843 a Parigi, Gaetano Donizetti ha alle spalle un’intera vita nel mondo dell’opera italiana ed è nel pieno della sua maturità artistica.

Aveva riscosso grandi successi con la Lucia di Lammermoor, “La Fille du Règiment” ed altre opere, ma non era riuscito ad ottenere l’agognata carica di Direttore del Real Collegio di Musica a Napoli.

Questa opera buffa in tre atti, composta in undici giorni e rappresentata al Théâtre Italien di Parigi il 3 gennaio 1843, dal punto di vista librettistico non può dirsi un grande lavoro, ma il ritmo serrato e la sapiente teatralità lo rendono, operisticamente parlando, eccellente.

Tipica del Don Pasquale è l’efficacia con la quale il lirismo e la malinconia si contrappongono al sorriso malizioso o anche alla schietta risata, perseguite dal maestro.

Il libretto del Don Pasquale firmato M. A. (Giovanni Ruffini), si rifaceva a un libretto di Angelo Anelli, musicato da Stefano Pavesi nel 1810 con il titolo di “Ser Marcantonio”