Jacopo Peri: Euridice

 

Jacopo Peri (Zazzerino) (Roma, 20 agosto 1561 – Firenze, 12 agosto 1633) è stato un compositore, organista e tenore italiano durante il periodo di transizione tra Rinascimento e barocco.

L’Euridice è un melodramma musicato da Jacopo Peri nel 1600 su libretto di Ottavio Rinuccini.

Storia

Occasione della composizione furono le nozze di Maria de’ Medici, figlia del granduca di Toscana Francesco I de’ Medici, con Enrico IV di Francia, celebrate nel Duomo di Firenze il 5 ottobre 1600. Il melodramma musicato da Peri fu rappresentato per la prima volta a Palazzo Pitti il giorno successivo (6 ottobre 1600) con Francesco Rasi, Francesca Caccini, Vittoria Archilei, Emilio de’ Cavalieri e Jacopo Corsi all’organo. Questa costituisce convenzionalmente la data di nascita del melodramma, pur non rappresentando la prima rappresentazione in senso assoluto di un’opera in musica in quanto qualche anno prima era stata rappresentata una Dafne musicata dallo stesso Peri su testo dello stesso Rinuccini.

Nel 1616 avviene la prima nel Palazzo del Podestà (Bologna) nella seconda versione.

Nel 1960 avviene la prima nel Giardino di Boboli con Luciana Palombi ed Agostino Ferrin.Struttura

L’Euridice del Rinuccini è un unico lungo testo in versi settenari ed endecasillabi, alternati liberamente, senza divisione in atti e senza che possano essere identificate strutture formali simili alle arie.

Dopo un prologo, cantato dalla personificazione della “Tragedia”, la scena si apre su di un ambiente pastorale dove si celebrano le nozze di Orfeo con Euridice con i pastori che intonano il coro a 5 voci “Al canto, al ballo”; questo coro, che presenta vari passaggi in imitazione testimonia come «la tradizione contrappuntistica sia presente anche nel primo esemplare del nuovo stile monodico».

Successivamente Orfeo saluta i luoghi che lo vedono sereno, un brano giudicato da Massimo Mila il primo esempio storicamente noto di “recitar cantando”. Subito dopo, preceduti dal suono di un triflauto, in un ambiente agreste, intervengono nell’ordine i pastori Tirsi e Dafne. Quest’ultima narra la vicenda di Euridice scomparsa dopo essere stata morsa da un serpente mentre era intenta a cogliere fiori. Segue il lamento di Orfeo “Non piango non sospiro” giudicato il vertice lirico e musicale dell’opera.

Nella scena successiva Orfeo, davanti alle porte dell’Averno, con l’intento di commuovere gli abitanti degli inferi, canta l’arioso “Funeste piagge”. Dal punto di vista musicale si ha l’imitazione del pianto è realizzata con un contrattempo sull’esclamazione “Ohimè” e dall’inflessione armonica dalla dominante alla sensibile. Proserpina interverrà per piegare Plutone, ed Euridice viene resa ad Orfeo. La scena è chiusa da un doppio coro di ombre degli inferi che l’assenza della voce di soprano rende di timbro scuro.

Si ritorna alla scena iniziale: ninfe e pastori si rallegrano per il ricongiungimento di Orfeo ed Euridice con cori che si alternano a danze, in sintonia con l’occasione nuziale che ha dato origine alla festa.

Anche Giulio Caccini, il quale aveva contribuito all’Euridice del Peri con alcune arie (l’aria di Euridice, l’aria del pastore e il coro “Al canto, al ballo”) si pose a musicare, nello stesso anno, lo stesso testo del Rinuccini.

Scarica qui Euridice di Jacopo Peri

Giuseppe Verdi: Il Nabucco

P_20170205_224352

Scarica qui Il Nabucco di Giuseppe Verdi

Nabucco (il titolo originale completo è Nabucodonosor) è la terza opera lirica di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Composta su libretto di Temistocle Solera, Nabucco fece il suo debutto con successo il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano alla presenza di Gaetano Donizetti.

È stata spesso letta come l’opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell’epoca potevano tracciare paralleli tra la loro condizione politica e quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese. Questa interpretazione però fu il risultato di una lettura storiografica retroattiva che, alla luce degli avvenimenti storici occorsi, volle sottolineare in senso risorgimentale l’attività artistica del compositore. La lettura fu incentrata soprattutto sul famosissimo coro Va, pensiero, sull’ali dorate, intonato dal popolo ebraico, ma il resto del dramma è invece incentrato sulle figure drammatiche dei Sovrani di Babilonia Nabucodonosor II e della sua presunta figlia Abigaille.

Il librettista Solera aderì alla battaglia risorgimentale da posizioni neoguelfe, circostanza che potrebbe giustificare la collocazione di un’autorità di tipo religioso, l’inflessibile pontefice Zaccaria, a capo della fazione ebraica.

 

Mozart: Così fan tutte

510 copertina 510 filea 510 fileb 510 filec

Scarica qui Così fan tutte di Mozart

 

Così fan tutte, ossia La scuola degli amanti (K 588) è un’opera lirica in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart.
È la terza e ultima delle tre opere buffe scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte (da Le metamorfosi di Ovidio e da La grotta di Trofonio di Giovanni Battista Casti). Fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II in seguito alle felici riprese viennesi (1788-1789) di Le nozze di Figaro e Don Giovanni. La prima rappresentazione ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790, con Adriana Ferraresi Del Bene e Francesco Benucci diretta dal compositore.