Beethoven: Cristo sul monte degli ulivi

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Cristo sul Monte degli Ulivi (Op. 85) è un oratorio in lingua tedesca di Ludwig van Beethoven su libretto di Franz Xaver Huber, poeta che prendeva le mosse verso la carriera di librettista. Si tratta del primo cimento di Ludwig van Beethoven con la musica vocale drammatica dal suo arrivo a Vienna e con la musica liturgica, genere che l’autore non coltivò molto, ma nel quale produsse un capolavoro: la Missa Solemnis op. 123. Fu rappresentata la prima volta al Theater an der Wien (Vienna), insieme con la II sinfonia, con il III concerto per pianoforte, nell’Accademia del 5 aprile 1803 diretta da Ignaz von Seyfried, ma la partitura fu pubblicata da Breitkopf & Härtel di Lipsia solo nel 1811 e ciò spiega il numero d’Opus tanto elevato per un’opera della prima maturità. La composizione durò appena due settimane, trascorse nell’estate del 1801 nel villaggio di Hetzendorf, nei pressi di Schönbrunn: nelle intenzioni dell’autore l’opera doveva essere eseguita durante la Quaresima, quando l’esecuzione di altri generi musicali era proibita nei teatri. Ferdinand Ries, allievo del musicista, narra che le prove d’orchestra durarono molto a lungo e diversi brani non furono affatto eseguiti: nondimeno, la rappresentazione fu un notevole successo, come riportato dall’Allgemeine musikalische Zeitung, l’autorevole rivista musicale dell’epoca.
Oggi l’opera è poco conosciuta e rappresentata perché ritenuta ingiustamente convenzionale, a causa delle sue reminiscenze haydniane e mozartiane. Tuttavia, anche grazie a recenti esecuzioni con strumenti originali, il valore drammatico e l’interesse dell’opera stanno emergendo.

Marc Antoine Charpentier: Messa di mezzanotte

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Nella natalizia Messa di Mezzanotte Charpentier fa risuonare il Mistero

E’ musica “alta”, pensata e scritta per un uditorio raffinato, colto e preparato; ma è nel contempo una forma di intrattenimento artistico e spirituale immediata e diretta, destinata a riscaldare il cuore e gli animi di chiunque abbia intenzione di stare di fronte al miracolo del “Dio fatto uomo” attraverso gli occhi semplici e stupiti della gente comune.
È questa, in sintesi, la cifra distintiva che caratterizza la Messe de Minuit pour Noël di Marc-Antoine Charpentier (1643-1704), musicista francese attivo ai tempi dell’assolutismo “illuminato” del Re Sole; ed è proprio in tale direzione che si è mossa l’interpretazione guidata da Jean-François Frémont a capo dell’ensemble corale Maîtrise des Petits Chanteurs de Versailles e di quello strumentale Sinfonie Saint-Julien, volta a svelarne il fascino discreto e i contorni maggiormente poetici (cd pubblicato da Ameson e distribuito da Codaex).
Si tratta di un’opera concepita con ogni probabilità intorno agli anni Novanta del XVII secolo per la chiesa parigina di San Luigi, dove Charpentier ricopriva la carica di Maître de musique presso il raccolto ambiente religioso dei Gesuiti, così lontano dai lussuosi sfarzi di corte. E in un clima di intima familiarità, per accompagnare la prima funzione liturgica del giorno di Natale, a coronamento di una lunga vigilia di attesa e preghiera, il compositore ha attinto ad alcuni brani derivati dall’antica tradizione francese dei Noël, utilizzandone le melodie come spunto tematico sopra cui intrecciare il proprio ordito polifonico; la Messa di Mezzanotte, lungi dal rappresentare un semplice esercizio stilistico, si impone così come un modello singolare e in qualche modo “trasversale” all’interno del panorama musicale dell’epoca, senza per questo mai tradire una profonda aderenza all’originario messaggio evangelico.
I suggestivi motivi popolari riferiti ai pastori, alla Vergine, a San Giuseppe o al Bambin Gesù offrono infatti lo spunto per una sobria elaborazione contrappuntistica che scandisce le diverse sezioni di questo rito solenne, in uno scarto di prospettiva chiamato ad assecondare idealmente la scelta di assoluta povertà compiuta da Gesù, il Re dei re, nato in una stalla disadorna e non in una reggia come quella di Versailles”