La Passione secondo Matteo (Matthäuspassion) di Johann Sebastian Bach (BWV 244) è una composizione di musica sacra per voci soliste, doppio coro e doppia orchestra, su libretto di Picander. Si tratta della trasposizione musicale dei capitoli 26 e 27 del Vangelo secondo Matteo, inframezzata da corali e arie. Viene considerata fra i capolavori non solo di Bach ma dell’intera musica occidentale.
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Il grande compositore tedesco J.S. Bach era un profondo conoscitore di musica sacra, essenzialmente era un maestro di cappella molto umile, che trascriveva musica proveniente da tutta l’Europa. Era anche molto religioso, tanto da firmare le sue opere con la frase “Soli Deo Gloria”. Poteva ricordare a memoria almeno cinquemila canti religiosi ed ha composto egli stesso una quantità impressionante di musica sacra.
La passione secondo S. Matteo è il suo gioiello, la sua summa, nella quale egli mette tutto il suo sapere con un’esplorazione infinita che cerca di impiegare tutte le possibilità polifoniche sperimentate in precedenza. Egli stesso la ritiene così importante, tanto che la copia su bella carta con nero seppia di prima qualità e molte parti in rosso porpora.
L’opera, densa di simbolismo spirituale, fu recitata la prima volta il venerdì Santo, 11 aprile 1729 a Lipsia. C’erano due cori, due orchestre e una terza orchestra di soprani con organo a nido, disposti sulle balconate della chiesa di San Tommaso.
Ecco un estratto, l’aria n° 68
Purificati, mio cuore,
voglio io stesso Gesù seppellire.
D’ora in poi Egli deve in me per sempre
aver dolce riposo.
Allontanati, o mondo,
e lasciami Gesù